Visualizzazione post con etichetta Marketing e dintorni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Marketing e dintorni. Mostra tutti i post

domenica, novembre 02, 2008

Sito di Giulio Tremonti defacciato. Con calma, dopo cena, ci penso.

UPDATE: alle 20:34 il sito torna online...

Suvvia, diciamolo, chi è che il giorno dei morti va a vedersi il sito di Tremonti? Nessuno, appunto. Lo stesso dicasi per il giorno dei Santi...

Fatto sta che un gruppo che si fa chiamare "Onda anomala" Ha preso di mira il sito di Giulio Tremonti ed ha sostituito la Home page con le immagini che potete vedere qui sotto.

La scritta recita: "se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo i loro siti"

Interessante notare due cose:

1) Il gruppo si rivolge agli utenti e non all'amministratore del sito o al proprietario come succede in genere . Segno di una nuova concezione della protesta e dei "protestanti"

2) La data del defacciamento è quella di ieri... possibile che nessuno si sia preso la briga di segnalare questa cosa a chi di dovere? oppure i festivi non erano previsti nel contratto di mantenimento? Mah...
















Con calma, dopo cena, farò una segnalazione...
Probabilmente ci verranno a dire che si è trattato di una operazione guerriglia marketing per aumentare il buzz della politica ;-)

martedì, settembre 16, 2008

Ryder Cup of wom: due team italiani

Una notizia ed una buona notizia: la notizie è che parte la Ryder Cup of Word of Mouth, Buzz and Viral

Si sfideranno due squadre internazionali, una statunitense ed una "resto del mondo", composte ciascuna da 36 team.

La buona notizia è che ci sono ben due Team Italiani che Light Tech ha avuto la fortuna di conoscere di persona.
I maestri di Ninjamarketing ed il vulcanico FrozenFrog

Un in bocca al lupo ad entrambi i team ed in particolare complimenti ad Alex e a Gianluca

Colgo l'occasione per consigliare due libri scritti da chi conosce la prassi lavorativa ed il rigore accademico.

Viral marketing, di Gianluca Arnesano. [molto interessante e disponibile anche qui]

“Marketing non-convenzionale: Viral, Guerrilla, Tribal e i 10 principi del marketing postmoderno”, edito dal Sole 24 Ore. [Pare introvabile, attendiamo ristampa]

Ne approfitto per citare anche la sintesi dell'idea dietro al contest.

Buzz Canuck, eminente riferimento americano per quanto riguarda il marketing non-convenzionale, ha creato la Ryder Cup of Word of Mouth, Buzz and Viral. Ha ripreso in pratica l’idea del torneo golfistico e ha stilato due formazioni, una statunitense e l’altra internazionale (non solo europea come per il torneo di golf), dei migliori siti e blog che hanno come tematiche principali i temi del passaparola online, le dinamiche del marketing virale e lo studio delle strategie usate dalle aziende per creare interesse e fedeltà verso i brand.

martedì, agosto 05, 2008

Word of mouth, passaparola e... two step flow

I maestri di Ninjamarketing, qualche giorno fa in un commento, mi incoraggiavano a dare uno sguardo più approfondito ad un loro post: l'influenza del WOM nelle scelta d'acquisto dei teenager.

Partendo da una ricerca della NovaQuant (sotto) e dagli spunti forniti da Sergio Amati di Doxa si delinea finlmente un quadro roseo per il word of mouth, non solo come tecnica ma soprattutto come strumento di lavoro per i marketer (convenzionali e non, on e offline).

Sembra sempre più assodato che il web in particolare sia un potentissimo catalizzatore per il passaparola ma soprattutto - sia per esperinza che dai dati che leggo - le aziende [o i clienti, secondo da che parte state] cominciano a buttarcisi a capofitto.

Che sia tutto oro? Lo vorrei. Lo vorremmo tutti.

Resta però sempre più difficile arginare quei clienti che si appigliano al lato più nero dell'anima del WOM. Non si parla di commercio o vendite, si parla di guerra. Per i vecchietti della comunicazione come me il WOM nasce con la guerra, negli Usa, ha il sapore delle frattaglie e ricorda il nome di Lazarsfeld e Katz.

Coloro che, assoldati dal governo, per primi usarono il concetto di comunicazione a due livelli (o Two step flow of communication) per convincere le massaie a mangiare frattaglie in tempo di guerra. In sintesi avevano capito che se il governo diceva loro di mangiare frattaglie non lo avrebbero fatto tanto volentieri come quando a bisbigliarlo era la vicina di casa. Si trova descritto in:

Personal Influence: The Part Played by People in the Flow of Mass Communications

Da parte mia ho sempre creduto che il word of mouth sia la via più breve per dimostrare quanto sia vero non solo che i mercati sono conversazioni ma soprattutto che lo stiano diventando sempre di più. Perché la direzione del cambiamento è chiara ma la trasformazione non è completa, ed è sempre in agguato l'equazione: Wom=convincere la gente a fare quel che dico io. Non è così, il Wom è uno strumento a doppio taglio.

C'è da chiedersi se il valore e le potenzialità del Word of mouth si accrescano o diminuiscano una volta portato in Italia e divenuto passaparola. Italia - e italiani - che sono paese e popolo senza memoria. E su cosa si basa il valore dello sneezer o se non sul credito che gli si attribuisce? e cosa è il credito se non una stratificazione di memoria?

Purtroppo la via per il 2.0 passa anche dalle casse di una azienda, dalle tariffe del mobile, dalla copertura Adsl.

Passate parola

Read this document on Scribd: WOM Report 10-26-07 final

giovedì, dicembre 20, 2007

Problemi dell'informazione (o dell'istruzione)

Quando accade quello che si vede nella foto, vuol dire che l'informazione comincia davvero ad avere dei problemi.

problemi dell'informazione

Per una volta la svista (perché tutti ci auguriamo che di questo si tratti) non succede in Italia; la differenza con quel che succederebbe qui è lo scalpore che questa allocazione delle notizie ha comportato. Tale da meritare oltre 1500 Digg.

Tornerà forse di moda l'annoso problema che cerca di assegnare la colpa di questo ai giornalisti o a chi i giornali li legge. Non me ne curo, è solo l'abitudine di chi cerca colpevoli anziché soluzioni.

Preferisco notare, con piacere, che la Rete sta sviluppando al suo interno sempre più anticorpi naturali per combattere queste "sviste" o questo tipo di malcostume.

In definitiva - e qui mi accodo a Fausto - la responsabilità non è di chi giornali li scrive, né di chi li legge. Ma di chi ha (o meglio non ha)insegnato a leggere o a scrivere i giornali.

Spesso basta un poco di buon senso, "light tech", se volete, "allo stato brado", se preferite... ma è sempre quella cosa là, no?

venerdì, dicembre 15, 2006

Marketing esperienziale

Alessandro Baricco non esiste. Quello che vedete molto di frequente in televisione è un attore, pagato dagli autori che si nascondono dietro al nome collettivo di "Alessandro Baricco". Come Wu Ming, avete presente? Se ci pensate bene quel tipo belloccio dalla chioma fluente non assomiglia molto a uno scrittore. Parla anche senza balbettare. Il vero Alessandro Baricco sono quattro giovinastri piuttosto disperati, ai quali nessuna ragazza si concede.

Non so se fare pubblicità a questo libro ma la tentazione è forte. ho passato duo ore discretamente piacevoli e alla fine sono stato "fregato".
Non posso dire di più se non che il libro è un bellissimo esempio di marketing esperienziale. L'esperienza consiste in tutto il processo che va dall'acquisto ai cinque\sei secondi dopo la fine della lettura (un paio d'ore a prendersela comoda) in cui ci si rende conto che, involontariamente, si è entrati a far parte del libro.
Complimenti all'autore che ci regala un momento di sana rabbia e uno di pungente autoironia.

Nekuia