lunedì, gennaio 29, 2007

Fioroni: Light Tech ad onorem

Caro ministro Fioroni,
ormai da anni il numero delle chiese nelle nostre città è in stretta correlazione col numero dei tossicodipendenti. Questa situazione non può più andare avanti. E' ora di abolire queste maledette chiese. O vogliamo che i tossicodipendenti continuino a proliferare insieme ad esse?

Se le scrivo queste righe è per comunicarle il mio più totale consenso con la sua odierna iniziativa. Sono certo che proibire l'uso del cellulare in classe farà in modo che certe bravate diminuiscano sensibilmente.

La prego dunque di continuare per questa via: evitare che i video vengano condivisi è di certo il modo migliore per evitare che certe cose accadano. Ma le chiedo clemenza per i ragazzi. D'altra parte la colpa è certo di quegli aggeggi infernali che lungi dall'essere usati come status symbol (quale la loro natura imporrebbe, e voi politici insegnate) sono spesso usati come strumenti di comunicazione, consivisione, self publishing e affini...

Mi chiedo perchè sprecare tempo e risorse a formare insegnanti che diano ai ragazzi gli strumenti per gestire il cambiamento quando basta negare quel cambiamento per restare tranquilli (giusto il tempo di una legislatura). Compatisco chi ancora crede che rendere illigale il cellulare in classe porterà solo ad aumentare l'eccitazione nel trasgredire una regola già dettata dal buon senso.

D'altra parte se il proibizionsmo ci ha insegnato qualcosa è che basta fare una legge per cambiare la testa della persone. O no?
Ora scappo, mi squilla il cell.

Nekuia

Grazie 100!

Il periodo non è dei migliori (cerco casa e ho poco tempo) ma non potevo fare a meno di ringraziarvi tutti per la costanza. Non mi sembra vero di avere 100 visitatori unici in così poco tempo. Grazie a tutti per il supporto in questa avventura.
Finalmente ora posso dare il link anche ai miei amici (mi ero ripromesso di non farlo sino alla soglia dei cento contatti).
Speriamo di arrivare presto a quota 200... ora dipende anche da voi ;-)

Nekuia

sabato, gennaio 13, 2007

Il prezzo durissimo della flessibilità

Solo i comunicatori e pochi altri dovrebbero avere contratti flessibili.

Non voglio parlare di persone sottopagate, sfruttate, prese in giro etc. Non mi interessa. O meglio, ho sempre pensato che chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Qualunque datore di lavoro è libero di offrire il prezzo che vuole, qualunque lavoratore di ridergli in faccia.

Odio chi sta 5\8 anni all’università e poi, d’un tratto, scopre la fretta di iniziare a lavorare (ful time a 800 E lordi, cioè in perdita). Odio queste persone perché rovinano il mercato del lavoro e, intendiamoci, io sono ancora tra i “senza fisso lavoro”.

Non è concorrenza, è una guerra tra poveri. Stavolta la teoria della mano invisibile (facendo il proprio interesse si fa anche quello della comunità) sbaglia. Anzi, no. Perché lavorare in perdita non è fare il proprio bene. Mi rimangio tutto. È solo questione di immagine, chi ha veramente bisogno di lavorare, per quella cifra, va a fare le pulizie o in un cantiere. Si lavora meno, pagati di più, e con meno preoccupazioni. Ma per le apparenze è meglio di no, vero? Allora niente lamentele.

Sfoghi a parte, il prezzo più alto della flessibilità lo pagheremo, giustamente, noi comunicatori. Solo i comunicatori e pochi altri dovrebbero avere contratti flessibili. Perché?
Pagheremo, stiamo pagando, caro questa abitudine alla disaffezione verso la stabilità. I primi a pagare saranno proprio le grandi marche che della flessibilità hanno fatto vanto. Con questo tipo di flessibilità stanno allevando generazioni di mercenari. Sempre più attenti al costo che alla qualità. Sempre più orientati a rapporti fugaci e discontinui. Stanno perdendo ciò che hanno costruito col tempo e a fatica. L’Immagine e la fedeltà alla marca.
Perché una persona abituata alla flessibilità (infedeltà) in tutto, dovrebbe essere inflessibile (fedele) solo nei consumi?

Brutta storia, davvero.
Nekuia

Ho visto il futuro… e mi sbagliavo.

Maledizione, era il passato :-(
Pensavo di aver trovato le foto della beta (ma che dico, la Alpha!) di non so quale software rivoluzionario e ad uno stadio ancora embrionale. Non un software qualsiasi ma quello dei miei sogni per il futuro. E invece era un progetto del lontano 1999 (pieno web 1.0).

Anton Leuski e James Allan, questi gli sviluppatori; magari sono anche dei nomi conosciuti nel campo, ma uno light come me non li aveva mai sentiti (rimaledizione).
L’idea è quella che vedete qui sotto: connettere i motori di ricerca con un’interfaccia grafica a tre dimensioni. Così si vede la rilevanza o meno dei risultati della ricerca, i rapporti tra le notizie e, aggiungo io, aiuta a ritrovare anche “visivamente” notizie che si trovano in pagine recondite dei motori di ricerca. Click sulla foto per ingrandire.
Certo, i dati forniti sono entusiastici per l’epoca e allarmanti per oggi. Si parla di circa 50-100 secondi per ottenere il risultato nell’immagine.
Un’eternità, lo so.
Ma tenete conto che usavano un processore a 600 Mhz, una linea analogica e java 1.1. Fate le proporzioni e capirete la mia delusione nel pensare di aver sempre sognato un sistema rivoluzionario gia nato e già morto. Almeno credo. Non sono riuscito a trovare un sito che mi dica come è andato a finire il progetto. Ma non mi arrendo. Cmq se a qualcuno capita di trovare info a riguardo postate pure nei commenti. Grazie ;-)

In tutto questo dimenticavo la cosa più importante: il nome del progetto è “Lighthouse: Showing the Way to Relevant Information” e la descrizione la trovate in questo pdf.
Per oggi ho finito, vado a sognare altri malvagissimi piani; stavolta per la conquista dei miei capelli.
Forse perdo tempo anche così, ma sempre meglio che leggere questo blog ;-P

Scherzavo
Nekuia

domenica, gennaio 07, 2007

I Drm sono Web 2.0?

Da qualche giorno si è sparsa la notizia che anche la super protezione degli Hd-dvd sarebbe stata oggetto di Hacking (no, non cracking ma qualcosa di più sottile e a suo modo cavalleresco).

Non ho un lettore Hd-dvd ma la cosa mi fa piacere. Non stupisce, certo. Ma fa piacere. si tratta oramai di una di quelle scoperte annunciate che infastidiscono solo quando ritardano l'appuntamento mediatico.

Negli ultimi mesi si fa un gran parlare del web 2.0, di chi è dentro e di chi è fuori, di chi è avanti e di chi irrimediabilmente 1.0. Ciò che continuo a chiedermi, senza saperlo, è: I DRM sono Web 2.0?


E' 2.0 spendere milioni di euro\dollari per creare protezioni che la gente non vuole, (per questo non si sente colpevole a infrangerle) e che sono destinate irrimediabilmente a cadere?

Oppure ha più senso pagare un poeta per scrivere una filastrocca come quella che si è trovato davanti chi, come quel genio di Maxxus, ha cercato di crackare Mac OsX?
Io sono per i poeti, leggete qui (liberamente tradotto):


Il tuo karma per oggi:
C'era una volta un utente lamentoso
Che avendo un sistema operativo schifoso
decise di fare il lamerone
piratando a scrocco un sistemone
ma il suo hardware rimase un bidone.
Per favore non rubare MAC OS!
Davvero, è proprio lamerissimo

(C) Apple Computer, Inc

Fossi un hacker non mi sarei fermato, certo. Ma quanto più vicina si sente quella compagnia che ammette i propri limiti e chiede comprensione cercando le sue ragioni. Ragioni economiche a parte, credo che i Drm siano in fondo un portato del Web 2.0 ma ma come degenerazione non certo come un suo figlio.
Con libertà di citazione ;-P
Nekuia

martedì, gennaio 02, 2007

Vlc illegale in francia (viva le diversità)

Traduco alla buona: dal 31 dicembre 2006 vedere un dvd protetto con il sistema CSS (come lo è la maggior parte dei dvd) è diventato illegale in Francia qualora venga fatto con con software che consentano di aggirarne le protezioni come VLC.

Il Journal Officiel (l'equivalente francese della nostra gazzetta nazionale) riporta che si rischia una multa di 135€ (circa $180). Questo include anche guardare un dvd che abbiamo, legalmente (e profumatamente) pagato.
Indignazione a parte, il mio problema più grosso, adesso, è pensare a come poterlo spiegare a mio padre se tale genialata dovesse oltrepassere il confine (legislativo). Ho fatto tanta fatica per eliminare dal pc le migliaia di programmi che servivano per una navigazione appena discreta. C'è l'immancabile win media player, poi c'è quick time, segue a ruota, Real Player... Vogliamo poi addentrarci nella jungla di codec per vedere un divx? Meglio di no.

La somma di tutto questo sono svariati Mb nel pc, una miriade di icone inutili e la grossa rogna di dover spiegare a parenti e amici meno tecnologici il perchè di tutto ciò.

Diciamoci la verità: i programmi di cui dicevo (skin a parte) sono quasi tutti uguali. Per un utente medio: hanno il 90% di funzioni in comune e poi leggono un codec proprietario. Stop.

Ma il problema dell'utente medio è vedere il maledetto divx o file .rm.
Avevo risolto con vlc: legge anche le piasterlle del bagno , diceva un caro amico. Ed è vero ;-)
Ora non so come fare; tremo non solo al solo pensiero di dover installare di nuovo tutto ma soprattutto di dover spiegare perchè vedere il dvd con vlc potrebbe un domani essere illegale anche qui.
Accetto suggerimenti. O pacche sulle spalle.

Nekuia