Disclaimer: niente immagini per ovvi motivi
Se è vero che il Word of Mouth sta diventando una delle modalità di dialogo preferita tra le aziende e gli utenti (non dico "clienti" proprio per marcare la differenza di visione), allora un lavoro del futuro non potrà che essere il social broker. Fortunata Piselli definisce questi soggetti:
"professionisti" delle relazioni di network che usano i loro speciali "talenti manipolativi" per mediare tra sistemi sociali e culturali diversi.
Di certo il senso originario non era rivolto al web ma è facilmente adattabile. Insomma, tra lo sneezer inconsapevole e lo spammer professionista, sembra che si possa fare largo una nuova figura. Non serve molto però per andare a scovare la definizione originale di Jeremy Boissevain in Friends of Friends, addirittura del 1978 che già intitolava il sesto capitolo - grossomodo -
Manipolatori sociali: mediatori come imprenditori.
Oppure si può comprare l'originale: Friends of Friends
Questi social brokers non sono dei cinici mercanti di opinioni o di link, non sono convincitori professionisti. Insomma non sono gli attuali PR nè si avvicinano al concetto comune di Lobbysta. Non sono imprenditori per altri, sono imprenditori autonomi che collaborano con altri.
Risorse: una buona sintesi di Reti: l'analisi di Network nella scienze sociali
un "un social broker" mette le persone in contatto fra loro, direttamente o indirettamente, allo scopo di conseguirne un profitto. Egli colma i vuoti di comunicazione fra persone, gruppi, strutture e anche culture [come quella aziendale e quella degli utenti - Nota nostra -]. [..] é un manipolatore professionista di persone e informazioni che mette in comunicazione per conseguire un profitto. Perciò occupa un posto strategico in un Network di relazioni sociali visto come un network di comunicazione.J. Boissevain
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